Le cose di dopo

Il Contest del FLA2020

Nostalgia tecnologica

di Alyssa

Siamo nel 2049, la fine è vicina. Mentre il processo tecnologico ha continuato a progredire, l'evoluzione mentale si è fermata diversi anni fa.
Ricordo i bei tempi degli smartphone quando avevano ancora la tastiera o addirittura i tasti laterali a rilievo. Come dimenticare le fotocamere integrate nei telefoni. E le vecchie cornette che si collegavano agli smartphone, ve le ricordate? Che nostalgia.
Quando la tecnologia era asservita all'utilizzo dell'uomo, ah che bei tempi. Non come ora che non è più chiaro chi sia il padrone e chi lo schiavo.
Saranno passati pochi anni o è forse perché sono diventata vecchia, ma tutta questa tecnologia ha stufato. Così ho deciso di morire libera dalla schiavitù. Mi sono liberata di qualsiasi elettrostramberia potesse friggermi il cervello e sono scappata.
Alle ricerca di quel po' di natura rimasta mi sono rifugiata ai piedi di una montagna, dove una volta c'era una foresta. Le mie giornate sono semplici, fatte di piccoli gesti e sempre accompagnate da un buon libro o qualche accordo di piano. Mangio ciò che questa maltrattata terra può offrirmi, non è molto, dopotutto è stanca anche lei.
Ogni tanto mi diletto a frugare in mezzo alle cianfrusaglie di una ex discarica abusiva qui vicino, a volte trovo persino dei libri. Per occultare l'illegalità dell'operazione un genio aveva deciso di buttarci sopra della terra. Però, come si dice, la merda viene a galla. E così è stato.
Oggi è un'ottima giornata per andare a curiosare, chissà che ci trovo. Mi porto il carretto per sicurezza.
So che non potete vederla, ma ritenetevi fortunati. È piena zeppa di impianti di proiettori olografici, fotocamere da iniettare negli occhi e altri microchip disattivati con varie funzionalità.
Ho visto uno scintillio strano da quella parte. Tu guarda, un telefono di vecchia generazione. Quanti anni avrai? Almeno 20. Vediamo se è ancora funzionante. Premiamo il tastino e aspettiamo. Si sta accendendo! Ma pensa un po', c'è ancora installata l'app di Instagram. Si vede che non era ancora fallita al tempo. Forse era prima di essere comprata da quell'altro social. Come si chiamava? Beh va be', prima o poi mi tornerà in mente. Si inizia a sentire l'età.
Dall'avvento del 5G, il cambiamento nel campo della comunicazione era nell'aria e non solo quello. Ovunque è possibile trovare copertura di segnale, spesso mascherata da gratuita. Sfruttano la necessità di "connettersi" delle persone per poter accedere ai loro sistemi di immagazzinamento dati, come i microchip che vi ho detto. Quello che prima si chiamava WiFi ora è diffuso in qualsiasi angolo recondito della terra, il 20G non ha limiti. Non sto qui a raccontarvi le conseguenze sulla salute. Eppure i complottisti ci avevano avvertito. Nessuno li aveva ascoltati, etichettandoli come pazzi.
Vediamo vediamo se riesco ad accedere all'account che avevo quando ero giovane. Eccolo! La home è vuota, c'era da aspettarselo, già è un miracolo se si è aperto. Cosa postavo da giovane? Neanche me lo ricordo. Ma guarda, una foto del 2020. Ah sì, l'avevo scattata poco dopo la quarantena, non la prima, la seconda. Ero così felice di essermi riappropriata della mia vita che quei mesi da reclusa finirono subito nel dimenticatoio. Che stupida fui a preoccuparmi tanto. Le malattie vanno e vengono, fanno danni e lasciano ferite, però alla fine le epidemie si estinguono. Le sciagure causate dall'uomo rimangono.
La mia cara nonna diceva: "chi è causa del suo mal pianga se stesso". Penso che non ci siano rimaste più lacrime da piangere ormai.
Ah che belli i vecchi tempi..

 

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