Le cose di dopo

Il Contest del FLA2020

Il buio

di Gianni Farina

Il buio

Barry Lewis aveva camminato solo per pochi chilometri, per quanto poteva valutare, quando la lampada ionica si spense. Rimase fermo a imprecare verso il cielo buio come un oceano di catrame per tanta sfortuna. Poi lancio la lampada verso l'ignoto, disturbando l'assordante silenzio della pianura dell'angelo sul pianeta krox. L'oggetto, ormai inservibile, provoco un eco metallico per qualche secondo, poi tutto fu calmo come prima.
Lewis impreco ancora, già era davvero singolare il fatto che tre gomme delle otto del suo rover X26 erano scoppiate insieme, ora anche la unica fonte di luce lo aveva abbandonato.
Avrebbe dovuto percorrere a piedi al buio circa cinque chilometri per tornare alla base dove lavorava da quattro anni come geologo della spedizione terrestre Omega 75. Conosceva il piccolo pianeta come le sue tasche, ma al buio era tutto un altra faccenda.
Le poche stelle nel cielo erano pallide come fantasmi e le sei lune erano anch'esse di una luminescenza irrisoria. Lewis doveva procedere a memoria e in fretta, tra cinque ore il sole lo avrebbe carbonizzato all'istante senza la dovuta schermatura.
La strada che doveva percorrere, per fortuna, era una linea retta che attraversava il passo Casval,
ma mantenere la giusta direzione al buio era molto provante.
Lewis era disarmato e non poteva portare con se nessun attrezzo di lavoro, perché erano troppo pesanti per essere trasportati per cosi tanti chilometri.
Rise della sfortuna che lo aveva colto, niente poteva accadergli di peggio, ormai. Inutile pensare, adesso, che era stato da stupidi e incoscienti uscire in missione da soli, nessuno avrebbe potuto prevedere una serie di eventi cosi neri.
Barry non poteva rimanere fermo a riflettere sulle sfortune dalla vita, doveva percorrere un chilometro ogni ora per arrivare salvo alla base.
All'inizio dovette procedere con estrema lentezza ma dopo la prima ora Lewis riusci a prendere un buon ritmo, anche se spesso inciampava sulle pietre aguzze non frantumate in mezzo alla strada.
Appena preso il ritmo giusto si concesse il lusso di pensare. Pensò che il buio e l'attesa hanno lo stesso colore. Penso hai lunghi quattro anni trascorsi su questo misero pianeta alla ricerca di forme di vita. Poi si ricordo della vera natura della sua missione su Krox. Il piccolo pianeta, con un atmosfera molto simile alla terra, era già stato colonizzato venti anni fa, ma dopo qualche anno i coloni erano scomparsi tutti misteriosamente senza lasciare alcuna traccia.
Barry erano stato mandato su Krox insieme ad altri scienziati con un piccolo esercito per scovare eventuali coloni superstiti e per capire se il pianeta era ancora colonizzabile.
Sulla terra nel 3026 la popolazione sfiorava i venti miliardi. Dopo aver colonizzato tutti i pianeti della propria galassia, l'uomo, grazie alla velocità nell'iperspazio, si era spinto verso altre galassie alla ricerca di pianeti idonei alle colonie terrestri.
La strada inizio a salire, Barry era a metà strada, stava percorrendo i primi metri del passo Casval.
Nonostante camminasse nel buio più nero da più di due ore, gli occhi non si erano abituati del tutto all'oscurità. Non vedeva niente, cioè vedeva solo il buio, che non è esattamente la stessa cosa. Le palpebre scostate rivelavano solo questo nero melasso e sciropposo che si era subito appiccicato agli occhi aperti. Era come se fosse cieco e senza una guida.
Lewis ripenso ad una storia che un barista polipoide gli aveva raccontato su Marte prima di fare il salto nell'iperspazio verso Krox. Cosi mentre sorseggiava un daiquiri, aveva saputo che qualche colono era stato ritrovato, ma sarebbe stato più opportuno dire qualche parte.
Barry sapeva benissimo che il pianeta era disabitato, ma la paura si stava facendo strada con passi artigliati verso il suo cuore.
Lewis cercava di non cedere, sentiva che il terrore era più grande di lui. Capiva che il buio stava entrando dentro di lui, lo stava prendendo, lo stava strappando dalla vita per trascinarlo in un incubo infinito.
Il suo cuore pompava all’impazzata, calde lacrime di pura paura gli sgorgarono dagli occhi ciechi, quando al suono si aggiunse l’eco lontano di un grido ancestrale che strideva con i suoni della base ormai vicina. Fece uno sforzo sovrumano per non impazzire, penso che il vento gioca strani scherzi, mancava solo un chilometro, vedeva la base, non era più completamente al buio.
L'estenuate viaggio era alla fine. Tra poco la buia pianura alle sue spalle sarebbe stato solo un ricordo. L'alba delineava i contorni dell'agognata base, mai cosi desiderata negli anni trascorsi su Krox.
Barry Lewis si giro verso il buio dietro di lui, aveva bisogno solo di pochi minuti ancora, ma nell'oscurità due braci lo fissarono. Era solo e completamente paralizzato. Artigli affilati sbudellarono il suo ventre fino all'anima per ghermire la vita calda che ancora si nascondeva dentro di lui.





 

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